Medeae da Euripide in poi teatro mancinelli orvieto Biglietti | 12 Dicembre 2025 - Ticket Italia
12 Dicembre 2025 ore 21.00

Medeae da Euripide in poi...

  •     Teatro Mancinelli - Orvieto (TR)    Mappa
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Informazioni sull'evento

In fase di ingresso a teatro verrà verificato il diritto alla riduzione.


MEDEA… perchè non vi sia MAI una distanza tra il pubblico ed "il fatto scenico", che invece lo avvolge, rendendolo intimamente partecipe. ”Respiriamo tutti insieme, ci scambiamo le verità più profonde dell’essere… ci tocchiamo gli occhi! Il pubblico è attore protagonista della scena, che non conosce distanze. Non avrebbe molto senso per me fare un teatro diverso, in questo momento! Il pubblico non vuole bugie, solo verità.Il teatro ha bisogno di risvegliare vibrazioni, emozioni…Gli attori devono mettersi intimamente in gioco (non vogliamo rappresentazioni ,ma INTERpretazioni). I personaggi vogliono essere veri. Credo che se la gente non vibra, non rabbrividisce, non si emoziona, non si commuove riconoscendosi in scena, non trova il motivo per raggiungerci a teatro, per comprare un biglietto…Insomma ne deve valere la pena! Fare l’ATTORE è una missione sociale e civile, che si distanzia profondamente da altre forme di intrattenimento. L’UMANITA’ ha bisogno di umanità…soprattutto in questa era di “ VIRTUALITA’ SOLITARIA E VOLUTAMENTE AMMUTOLITA”! Non sarò io a salvare l’UOMO, ma la cultura si!” Nel titolo dello spettacolo il genitivo latino del nome (Medea, ae), ossia "di Medea" : un intenso e delicato susseguirsi, legato da un filo di sangue, di quanto la letteratura di ogni tempo abbia dedicato a Medea. È il viaggio di Medea, la visione "globale" del ruolo che questo personaggio ha avuto nel corso dei secoli. Euripide ha giocato sicuramente un ruolo decisivo. Infatti, fa da spartiacque tra due modi diversi di interpretar e questa figura. L'elemento centrale della leggenda di Medea, o meglio quello che era divenuto centrale dopo Euripide, l'infanticidio, era stata un'innovazione del tragediografo ateniese rispetto alla tradizione precedente. Dopo il 431 a.C., la rappresentazione euripidea ha esercitato il suo influsso sulle letterature successive. Euripide, Seneca, Grillparzer, Alvaro, Pasolini, fino a Christa Wolf, sono compagni di questo viaggio teatrale verso Medea, per portare tutto quello che "di Medea" abbiamo imparato nei secoli.

Mi affascina il tentativo di giungere, per quanto possibile, alla base di tutte queste tradizioni, non con approccio scientifico, bensì come attrice e regista, con immaginazione e fantasia nutrite tuttavia da un'ampia conoscenza delle condizioni di vita di questa figura.

Medea vive l’eterna tragedia di dover portare in scena la sua storia, da tutta l’eternità, ossia da quando è stato scritto per la prima volta il suo nome, famoso ormai tra gli dei e tra gli uomini di ogni tempo. Ogni volta che vi sarà un pubblico, come in un girone dantesco, sarà costretta a rivivere la sua tragedia, il tradimento, il dolore e l’estremo gesto dell’infanticidio lucido e cosciente. L’inizio dello spettacolo è generato dalla fine di uno che, poc’anzi, è terminato.
Alla vista di un nuovo pubblico, il personaggio si prepara e rivivere tutto, per raccontarsi a nuove donne ed a nuovi uomini. “E’ un dolore che non vuole passare, un dovere dato dalla sua stessa natura.”

Tutti gli autori di Medea sono stati di supporto al riadattamento del testo (curato dalla stessa Sarah Falanga)
che va in scena leggero, lineare, moderno nell’essenza e nella messa in scena.
La scena è un ring entro il quale il pubblico è avvolto. Persa la dimensione abituale, rompendo la “quarta parete”, lo spettatore è al centro della vicenda, proprio come succede nell’animo di chi si trova costretto a rivivere il suo dramma ogni volta che il teatro lo chiede, o meglio ogni volta che il “dovere di catarsi” richiama l’essenza di un personaggio teatrale. In scena sette Medee, che rivivono il tormento dell’uccisione come estrema ratio, fino a giungere all’epilogo che chiude il cerchio, che presagisce un nuovo inizio…il ritmo ininterrotto di un’esperienza che da secoli il personaggio è votato a donare al pubblico e dal quale non può esimersi (destino dal quale non può prescindere) ed in questo ciclo v’è l’eterno tormento, dal quale per sua stessa natura non può liberarsi nonostante l’estrema sofferenza di ogni spettacolo.

Produzione: TEATRINEDITO AMG & ACCADEMIA MAGNA GRAECIA

Organizzatore: a. c. Teatrinedito AMG

Teatro Mancinelli - Orvieto

Il Teatro Mancinelli è un importante simbolo artistico e storico della città di Orvieto. Posizionato in pieno centro, a poca distanza dal Duomo e dalla piazza principale, è stato inaugurato nel 1863. La sala, dalla forma propria di un teatro all’italiana, conta quattro ordini di palco, una loggia e presenta una pianta a ferro di cavallo. Può ospitare circa 600 persone.

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