Giza. La punta dell'Iceberg

Un team di ricercatori composto da Filippo Biondi, Armando Mei e Corrado Malanga ha unito competenze ed esperienza per indagare ciò che finora nessuno aveva avuto la capacità o il coraggio di affrontare. In alcuni lavori precedenti – tra cui libri e un articolo scientifico pubblicato su una rivista internazionale – Malanga, Mei e Biondi avevano già esplorato la storia della Piana di Giza, collegando le costruzioni monumentali alle antiche conoscenze astronomiche del popolo egizio.

Questa volta, però, hanno fatto un passo oltre: grazie a tecnologie avanzate derivate dall’industria aerospaziale e a un approccio innovativo che trasforma le informazioni elettromagnetiche in spettroscopia fononica, sono riusciti a osservare l’interno della piramide di Khnum Khufu, rivelando strutture nascoste rimaste invisibili per secoli. Si tratta di elementi interni al monumento che gli egittologi cercavano da anni, usando tecniche non invasive.

L’idea di impiegare il radar ad apertura sintetica (SAR) per esplorare l’interno degli antichi monumenti megalitici egizi ha spinto i tre ricercatori a mettere in campo le proprie competenze per comprendere la reale struttura interna della piramide di Khafre. L’obiettivo: inserire le principali costruzioni della Piana di Giza in un contesto storico più ampio e accurato dell’antico Egitto.

I risultati di questo approccio storico-scientifico saranno presentati il 27 luglio a Spoleto, durante un importante evento al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti, organizzato dall’Associazione Culturale Visioni d’Autore per Spoleto Olistica.

Per info: ticket@spoletolistica.com